BOMBE SULLA TESTA – installazione 2008
BOMBE SULLA TESTA
VIDEOINSTALLAZIONE
Museo della Grafica (Pisa) – settembre 2008
Logge di Banchi (Pisa) – 31 agosto 2008
Mediamorfosi, Città del Teatro/Politeama (Cascina, Pisa) – giugno 2008
I bombardamenti di Pisa nell’estate 1943 e il passaggio della Seconda Guerra Mondiale rivissuti in un intarsio di racconti, voci, suoni, volti, fotografie d’epoca, filmati di repertorio. La fragilità e la persistenza della memoria prendono la forma liquida dell’acqua: tutto fluttua, si frantuma, si sfoca, si scompone e si ricompone in un gioco di riflessi e colori. La fatica, la difficoltà, la meraviglia, il valore di ricordare. La memoria intesa come materia ondivaga, come sostanza preziosa da difendere con cura.
L’istallazione è articolata su tre livelli. Tre proiezioni, in scala diversa sullo stesso asse, e due ambienti sonori interagiscono in un unico spazio (vedi figura). I filmati sui tre livelli funzionano a loop e hanno una durata di circa 30 minuti. Fra i 3 livelli c’è un continuo rimando di immagini e contenuti.
Primo livello – le testimonianze
Il livello più vicino allo spettatore mostra un montaggio di testimonianze. Video e audio mostrano gli anziani che raccontano le vicende: la discesa in guerra dell’Italia, l’entusiasmo iniziale, i primi problemi per la popolazione, i falsi allarmi, le fughe nei rifugi, l’attesa angosciante, la tragedia delle bombe.
L’accento è dato alla descrizione sensoriale di questi momenti: i suoni, l’impatto visivo, i colori, gli odori, le sensazioni fisiche. Qui la scala è ridotta, i primi piani e i mezzi busti – ripresi su fondo nero – appaiono su uno schermo televisivo di 20”.
Terzo livello – l’archivio “liquido”
Il livello più lontano è costituito da una proiezione su schermo grande, di dimensioni che possono variare a seconda dello spazio e della potenza del proiettore a disposizione, partendo da un minimo di 2,5 metri di altezza.
Qui sono proiettati filmati d’archivio (la dichiarazione di guerra, le parate fasciste, i bombardamenti, la distruzione), fotografie di Pisa e Livorno distrutte, documenti d’epoca. Tutto è ripreso attraverso il filtro dell’acqua, tutto ondeggia, si frantuma e si ricompone in un gioco di riflessi che da’ alle immagini una consistenza liquida (le riprese sono state realizzate con l’uso di una grande vasca-acquario costruita appositamente). Al momento della tragedia delle bombe, le imamgini d’epoca in bianco e nero si trovano anche avvolte e oscurate da nuvole di colore, che “espodono” e fluttuano in tonalità arancio-rosse e grigio-viola cupo, che ricordano esplosioni, fumo, fuoco, feriti.
L’audio diffuso nell’ambiente è una combinazione di musiche rarefatte, suoni (esplosioni, aerei, ecc) e discorsi del Duce. I filmati a loop sui tre schermi hanno una durata di circa 30 minuti.
Secondo livello – i ritratti
Il livello centrale è quello in cui si incontrano e si “fondono” gli altri due: l’umanità dei testimoni e la distanza dei documenti d’epoca. Si tratta di una proiezione su schermo di circa 1,5 metri per 2.
I volti delle persone che narrano le vicende appaiono silenziosi e più grandi. Sono silenzi mostrati al rallentatore, alla ricerca dei piccoli segni che raccontano l’emozione del viso: battiti di ciglia, piccoli fremiti, deglutizioni. E’ la rappresentazione del ricordo nel momento intimo e intenso della solitudine. Gli occhi si chiudono, le mani coproni i visi. I ritratti sono mostrati con due modalità:
– volti come schermi. La pelle dei testimoni, le loro rughe, le palpebre abbassate si fanno “schermo cinematografico” per le immagini d’archivio che rievocano il passato (le stesse immagini che scorrono a tutto schermo nel terzo livello). Un volto diventa lo “schermo” su cui passa un’aereo in picchiata o dove fluttua una vecchia foto della stessa persona sessant’anni più giovane (non si tratta di una dissolvenza incrociata, ma dell’effetto di una vera “proiezione” che si intarsia solo sul viso ritratto, mentre lo sfondo resta nero – vedi figura).
– fotografie e colori fluttuanti. Fotografie e documenti d’epoca scorrono davanti ai volti silenziosi come in una lenta nevicata (sono le stesse foto e documenti che si vedono a tutto schermo e “liquide” nel terzo livello). Poi “esplodono” nuvole di colore che avvolgono i volti così come succede nel terzo livello alle immagini d’epoca.