
MOSAICO PISA mira a salvare e valorizzare la memoria filmata privata di Pisa e del suo territorio attraverso la raccolta, la digitalizzazione, la valorizzazione di vecchie pellicole super8, 8mm, e 9,5 mm Pathé Baby. Costruire un nuovo archivio cittadino in cui i ricordi personali di famiglie e cine-amatori diventano tessere di un mosaico più grande, una rappresentazione inedita, affascinante e “in presa diretta” del nostro recente passato e delle trasformazioni del Novecento. Il progetto MOSAICO PISA, è proposto da maggio 2025 alla fine del 2026. Si tratta di un’iniziativa in piena continuità con le attività sviluppate e realizzate da Acquario della Memoria in 15 anni di esperienza. Il progetto può essere considerato una particolare nuova applicazione del metodo “MemorySharing”, processo di raccolta-condivisione-narrazione della memoria collettiva, che ha visto risultati molto positivi sul periodo della Seconda Guerra Mondiale a Pisa (2014/2024) e Firenze (2014/2018); sul tema dell’alluvione 1966 a Firenze e Pisa (2016/2018), oltre alla realizzazione del progetto “Memorie di quartiere” a S.Marco/S.Giusto (Pisa, 2015/2016), e di “Oltre le Generazioni”, una mostra itinerante, multiforme e partecipata in collaborazione con il Festival delle Generazioni (2016/2018) in 7 città: Firenze, Udine, Torino, Macerata, Salerno, Palermo, Pisa.
La ricerca sarà condotta focalizzando temi più specifici - come quello del progetto-pilota sul rapporto fra città e Università (settembre 2025/giugno 2026) - e attivando associazioni e gruppi legati a particolari ambienti e attività cittadini. L’obiettivo è coinvolgere - fra i numerosi enti - anche la Scuola Normale Superiore, la Scuola Superiore Sant’Anna, e vari Comuni e pro-loco del territorio (Pontedera, Cascina, San Giuliano Terme, Calci, Marina di Pisa, Tirrenia, ecc.). Si tratta del punto di partenza di una raccolta che in provincia di Pisa non è mai stata sistematicamente condotta, e che si fa sempre più urgente con il passare del tempo. L’obiettivo di minima prefisso dal progetto e dal budget in oggetto è la raccolta, la digitalizzazione e il successivo riutilizzo di circa 10.000 metri di pellicola, pari a circa una ventina di fondi di 10-20 bobine di pellicola ciascuno, per una durata di circa 30 ore di girato, probabilmente in gran parte muto. Eventuale materiale in eccesso sarà comunque schedato, archiviato e conservato, e la sua digitalizzazione potrà andare a costituire l’obiettivo per successivi progetti.Il periodo interessato da questo tipo di ricerche può andare dall’ultimo dopoguerra e si conclude all’inizio degli anni ’80. Sulla scorta delle esperienze condotte ormai da decenni in Italia, gli anni ’60 e ’70 sono i decenni che più probabilmente potranno fornire materiali interessanti. In questo tipo di raccolta spesso si trovano famiglie di appassionati con fondi costituiti da gruppi di bobine che possono fornire preziose sorprese per qualità, quantità, contenuti. L’inizio degli anni ’80, con la diffusione delle videocamere, segna invece un passaggio epocale difficilmente gestibile sul piano della raccolta: durate molto più lunghe dei filmati, differenti processi di digitalizzazione. Ed è ovviamente presente un grado di imponderabilità in questo tipo di campagne partecipate di raccolta di memorie private.
Acquario della Memoria costruisce una parte fondamentale del suo lavoro proprio sulla valorizzazione e la rielaborazione dei materiali legati alla memoria, da ri-attivare sia intrecciando mezzi espressivi diversi (musica, teatro, multimedia), sia arricchendo con attività complementari alla raccolta (realizzazione di interviste, creazione di testi ecc.). L’obbiettivo attuale è attivare a Pisa, facendo perno sull’università - individuata sia come centro tematico, sia come possibile ambiente fertile su cui incentrare la ricerca - una raccolta di pellicole amatoriali mai sperimentata in città.
Il progetto fa perno su una congiuntura molto fertile che combina: collaborazioni già attive sul fronte delle attività didattiche e della rielaborazione degli archivi fra Acquario della Memoria, Università di Pisa e 8mmezzo di Livorno (realtà con grande esperienza di raccolta e catalogazione e valorizzazione degli archivi privati); il finanziamento per “Attività culturali”della Fondazione Pisa; il conseguimento di una borsa di studio di due anni, specifica per il progetto, accordata a un giovane laureato (Dott. Alberto Iorio. Il finanziamento si inserisce nel quadro “progetti di alta formazione in ambito culturale attraverso l'attivazione di “borse di studio, Priorità 4 Occupazione giovanile attività 4.a.5”). La disponibilità del nuovo spazio MUMU (sede di Acquario della Memoria) come cantiere-laboratorio per raccolta, stoccaggio, catalogazione e rielaborazione del materiale multimediale; l’apporto del Cineclub Arsenale, come punto di raccolta e di diffusione cinematografica (trailer, promozione e risultati).
A questo quadro si sommano collaborazioni, scambi e trattative in via di definizione con numerosi altri enti del territorio. Si segnala anche l’importanza del coinvolgimento di Palazzo Blu e dei suoi spazi da autunno 2025 (mostra sul rapporto fra la città e le sue università) e della Scuola di Musica Giuseppe Bonamici e di altre organizzazioni per la sonorizzazione musicale degli archivi e la creazione di eventi ibridi di musica-narrazione-proiezione.
Nell’ultimo decennio - a livello mondiale - è emersa la consapevolezza di come il patrimonio frammentato e disperso dei film amatoriali di famiglia costituisca un inestimabile intreccio di sguardi in grado di restituire l’evoluzione della nostra società in modo tanto inedito quanto “intimo” e poco filtrato. Un patrimonio deperibile e disperso da salvare con urgenza.
Le vecchie pellicole - conservate, e a volte dimenticate o abbandonate, nelle soffitte, nei garage e nei cassetti di casa - sono chiamate a fare un salto da documenti privati a tessere di un multiforme racconto collettivo, in cui la micro-storia quotidiana si fa specchio della macro-Storia di grandi avvenimenti, eserciti, nazioni.
L’insieme dei film di famiglia rappresenta un bagaglio di grande importanza storica e sociale, ed è una chiave d’accesso affascinante per cogliere le trasformazioni delle città e del paesaggio italiano, i cambiamenti della società lungo i decenni nel cuore del XX secolo, in un ventaglio che può andare dagli anni 20 agli anni 80, con un periodo privilegiato durante gli anni 50, 60 e 70.
Uno sguardo alternativo rispetto a quello dei grandi archivi filmati istituzionali, tanto professionali quanto spesso freddi e distaccati, e ormai inflazionati da lunghi anni di riutilizzo costante in programmi televisivi, documentari, film.
La lente dei film amatoriali coglie da vicino e dall’interno la vita di famiglie, gruppi, associazioni, per raccontare come si festeggiava, come si protestava, come si ritualizzava, cosa si mangiava e come ci si vestiva nei decenni centrali del 900.
Dal boom economico all’emancipazione femminile, dalla Contestazione alle feste private. Le città sono filmate nel tempo dai loro stessi abitanti, ma anche da turisti e viaggiatori, e in questo senso gli spezzoni di pellicola, ripresi da molteplici punti di vista, sono veri e propri documenti di archeologia urbanistica che raccontano l’evoluzione di strade, piazze, giardini, mercati, periferie, quartieri. E poi lo sport, dai campetti di periferia alle manifestazioni professionistiche: il ciclismo, il calcio, i motori. E le vacanze al mare, i viaggi, le scampagnate, la scuola, lo svago, gli hobby, l’associazionismo e moltissimo altro.
A Pisa il quadro si arricchisce anche di temi specifici: il rapporto fra la città e le sue tre università, con l’intreccio fra la vita istituzionale e la quotidianità studentesca, fra accademia e goliardìa; la manifestazioni storiche e la passione per l’antica tradizione medievale che coinvolge cittadini, famiglie e quartieri, dal Gioco del Ponte alla Luminara, dal Palio di San Ranieri alla Regata delle Quattro Repubbliche Marinare.
Il progetto, proposto per il 2025/2026, può essere articolato in 3 fasi, fra loro strettamente interrelate, parzialmente sovrapposte e pensate per auto-alimentarsi:
Attivazione di una campagna di raccolta di materiali privati, con particolare attenzione alle pellicole filmate, da svolgere in collaborazione con l’Università di Pisa e coinvolgendo altri enti e associazioni del territorio, media e stampa locali. In particolare: il Comune di Pisa (sono in corso confronti per valutare il tipo di apporto al progetto), i Comuni di San Giuliano Terme, Cascina e Pontedera (da definire); la stampa e le tv locali (Il Tirreno, La Nazione, 50 Canale) per la diffusione delle richieste di raccolta. Un trailer sarà trasmesso più volte al giorno al Cineclub Arsenale (partner) prima dei film.
Per il periodo di maggio/settembre 2025 saranno attivati punti di raccolta a Palazzo Gambacorti del Comune di Pisa, alla Biblioteca SMS, al Cineclub Arsenale, allo spazio MUMU (e potranno esserne individuati altri).
Il progetto-pilota potrà avvalersi della collaborazione con l’ALAP (Associazione Laureati Ateneo Pisano), con il coinvolgimento particolare dell’avvocato Lorenzo Gremigni, potrà permettere l’attivazione di ricerche capillari (con relativa valorizzazione) fra ex laureati e docenti, e anche la sinergia con archivi e fondi relativi alla storia dell’Università (incluse le Biblioteche universitarie, la Fondazione Palazzo Blu, archivi delle attività teatrali goliardiche, Fondo Salvestroni, ecc.).
Se la raccolta del materiale rappresenta idealmente la prima fase del progetto, pari importanza ha anche la fase tecnica di catalogazione, archiviazione, recupero e digitalizzazione.
Le bobine acquisite sono prima restaurate e poi digitalizzate ad alta qualità. Il lavoro tecnico è affidato a 8mmezzo (Livorno), associazione che da oltre 15 anni si dedica al recupero e all’archiviazione delle peliccole 8 e 16 mm. Il materiale verrà inoltre tutto catalogato, “backuppato” e archiviato attraverso un sistema di parole chiave per un’immediata fruibilità, che renderà visibile e darà nuova vita ai vecchi filmati di famiglia.
Le pellicole raccolte vengono prima restaurate fisicamente (riparazione delle giunte, pulizia, foratura) e poi scansionate ad alta qualità presso il laboratorio 8mmezo, in costante aggiornamento con le evoluzioni tecniche e tecnologiche del settore. Ogni donatore riceve una copia gratuita dei propri materiali digitalizzati, e la garanzia di poter richiedere in qualsiasi momento una copia, anche nel futuro.
Tutti i materiali digitalizzati vengono sistematizzati e organizzati seguendo standard di archiviazione condivisi con archivi partner a livello nazionale. La catalogazione e la schedatura delle bobine è una fase cruciale del lavoro dell’archivio, necessaria per gli utilizzi successivi. Le pellicole originali potranno essere restituite ai proprietari, oppure essere conservate negli archivi di 8mmezzo e di Unipi, con la garanzia di condizioni ottimali di temperatura, umidità e sicurezza.
L’Università di Pisa si farà parte attiva per lo studio dei materiali raccolti, con il coinvolgimento degli insegnamenti di Storia (Prof. Gianluca Fulvetti), Cinema (Prof.ssa Chiara Tognolotti, e Dott. Lorenzo Garzella), Urbanistica e Geografia (Prof.ssa Michela Lazzeroni). Nell’ambito del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere saranno attivati tre corsi laboratoriali legati al progetto “Mosaico Unipi”, con gli studenti universitari (per studio e rielaborazione multimediale dei materiali raccolti) e gli studenti delle scuole secondarie (soprattutto di secondo livello) per approfondire temi e conoscenze sul materiale raccolto (incluse ricerche familiari, interviste con nonni e bisnonni ecc.).
A partire da autunno 2025 sarà proposta una serie di appuntamenti rivolti alla città, con ibridazione di media e arti diverse, in particolare: proiezioni con sonorizzazione e musica dal vivo, letture, installazioni, tour di “walking cinema”.
Il primo progetto sarà dedicato al rapporto fra la città e le sue università, in sinergia con una mostra organizzata a Palazzo Blu (periodo indicativo: ottobre 2025/giugno 2026) e attraverso una serie di appuntamenti in città.
Nota: le attività di raccolta e rielaborazione degli archivi filmati privati di “Mosaico Unipi” potranno poi fisiologicamente confluire in manifestazioni espositive fotografiche e documentali organizzate su temi limitrofi da altri enti cittadini, come il Comune di Pisa e la Fondazione Palazzo Blu. I materiali in oggetto sembrano prestarsi in particolar modo a costituire uno sguardo complementare rispetto ad archivi fotografici come quelli di Foto Allegrini e Foto Frassi, nonché fondi come quello del fondo Salvestroni.