Il 4 novembre 1966, dopo avere devastato Firenze la piena dell’Arno arrivò a Pisa nel pomeriggio. Poche ore prima era stata Pontedera ad essere invasa dall’Era le cui acque non venivano più ricevute dall’Arno e, in seguito a una falla nell’argine a Ponticelli, erano state sommerse le zone industriali di Castelfranco e Santa Croce. A Pisa le paratie montate sulle spallette dei Lungarni non furono sufficienti a contenere la massa d’acqua che dilagò nel centro portando con sé fango e detriti. Ma i danni più gravi di quell’alluvione di cinquant’anni fa si manifestarono in seguito: la mattina del 13 novembre crollò il Ponte Solferino e dal 2 al 7 febbraio 1967 si spalancò una enorme voragine nel Lungarno Pacinotti, minato alle fondamenta dalla prolungata pressione della piena di tre mesi prima.
Un evento drammatico come nessun altro dopo la fine della guerra quello del 4 novembre ’66. E una serie di gravi conseguenze delle quali è sempre rimasto vivo il ricordo innanzitutto in chi c’era e visse in prima persona quelle ore e quei giorni e ha ancora negli occhi le devastazioni compiute dall’Arno. Ma intere generazioni di pisani di quel 4 novembre del ’66 hanno sentito soltanto parlare ed è anche a loro che si rivolge la mostra fotografica che si inaugura venerdì sera alle 18 a Palazzo Blu e resterà aperta con ingresso gratuito fino tutto gennaio 2017.
Una mostra che si presenta come una grande finestra spalancata sulla memoria e ci racconta della città invasa dal fango, del Ponte Solferino crollato, del Lungarno Pacinotti che in pochi giorni scivolò in Arno. E ancora di Pontedera sommersa dove la Piaggio, invasa dal fango, fu costretta a sospendere la produzione per un mese e del grande disastro della zona del cuoio.
La mostra si avvale di una documentazione straordinaria tratta dall’archivio di Luciano Frassi, oggi proprietà della Fondazione Pisa e assegnato in uso a Palazzo Blu per le esposizioni. Fotoreporter pisano attivo per oltre mezzo secolo, nei giorni dell’alluvione Luciano Frassi scattò centinaia e centinaia di foto non solo a Pisa ma anche a Pontedera, Santa Croce e Castelfranco. Le immagini di quel lungo reportage sono oggi indispensabili per capire cosa veramente accadde il 4 novembre 1966 e nei giorni successivi e formano un racconto dal quale non può prescindere nessuna delle iniziative rievocative messe in cantiere per questo anniversario. La mostra è stata curata dal giornalista Giuseppe Meucci, che di quegli eventi fu testimone e cronista e dallo storico dell’arte Stefano Renzoni. Arricchiscono la serie di fotografie di Luciano Frassi alcuni rari filmati amatoriali e altri, raccolti da Lorenzo Garzella per Acquario della Memoria, con il contributo di Fondazione Sistema Toscana, Toscana Energia e Saint-Gobain Glass Italia.